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SALONE DEL GUSTO: LA DISNEYLAND DEI SAPORI

La vita è un viaggio e viaggiare significa vivere due volte…”: partendo da questo concetto non occorre fare tanta strada per vivere due volte, appena un’ora e mezza di volo e si è potuti giungere subito nella Disneyland dei sapori. Infatti, dal 23 al 27 ottobre scorso si è tenuta la nuova edizione del Salone del Gusto che, anche quest’anno, ha bissato il successo dell’edizione 2012. Organizzato da Slow Food, Regione Piemonte e Comune di Torino in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentali e Forestali, il Salone del Gusto ha ospitato uno dei più rilevanti palcoscenici per produttori, artigiani e viticultori dell’agroalimentare e dell’eno-gastronomia di eccellenza giunti, per l’occasione, da ogni angolo del pianeta. La manifestazione, nata nel 1996, si è completata nel 2012 con un nuovo evento nell’evento denominato “Terra madre” a favorire e raccontare l’incredibile diversità agroalimentare di ogni singolo continente e assumendo definitivamente la connotazione di evento “internazionale”. Nei cinque giorni aperti al pubblico (dalle 11 del mattino alle 11 di sera), numeri da capogiro hanno contrassegnato questa kermesse con oltre 1000 espositori da più di 100 paesi, 60 tra conferenze, meeting, educational e workshop organizzati ed oltre 250.000 visitatori con un aumento del 30% di stranieri (merito anche dei voli low cost).

In questa nuova edizione grande risalto è stato dato al Progetto “Arca del Gusto” e all’agricoltura familiare. L’Arca fu un progetto nato già fin dalla prima edizione, attuato esclusivamente per catalogare i cibi a rischio di estinzione e che quest’anno ha visto oltre duecento alimenti in più della passata edizione. Il tema dell’agricoltura familiare invece è stata fortemente voluta dalla FAO (celebrata quest'anno dalle Nazioni Unite) e che ne diffonde in tutto il mondo il pensiero come vera e propria risorsa di sostentamento.

L’evento, oltre alla mera degustazione, è diventato invece un prezioso volano per analizzare in modo approfondito questioni strettamente legate al cibo come ad esempio: la produzione sostenibile, la salvaguardia della biodiversità, la difesa del clima, la salute in simbiosi con l’alimentazione, il nutrimento visto come cultura e ricerca e, dulcis in fundo, la memoria storica come indispensabile “lasciapassare” per il nostro futuro.

Emozioni allo stato puro che, al modico prezzo d’ingresso di € 20, hanno permesso di acuire il bouquet dei sensi a 360 gradi. Almeno una volta nella vita, ad un’esperienza simile, non si può assolutamente rinunciare.

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